Concept

Ponte_Isfahan_giorno

Concept | ECOnnection

Dalle considerazioni alla base della scelta dell’area di progetto sono nati i presupposti per la stesura di quello che è il concept del nostro progetto: “ECOnnection | An Eco-logic infrastructure in Rome”.

Prendendo a modello la forte sistemicità di elementi architettonici così lontani da noi e allo stesso tempo differenti, come il ponte ad Isfahan, abbiamo cercato di realizzare una struttura che permettesse al Ponte della musica di essere quello che oggi non è: un elemento catalizzatore dello spazio urbano in tutti le sue sfaccettature.

Sicuramente oggi esso svolge in modo tutto sommato esauriente la funzione per cui è stato costruito: collegare una riva all’altra del Tevere permettendone l’attraversamento sia ai pedoni sia ai veicoli.

Purtroppo però questa è la sua unica funzione al momento. In un contesto ambientale così ricco e variegato, rappresentato non solo dal fiume Tevere, ma da altri poli importanti, come monte Mario, abbiamo sentito la necessità di proporre di più alla città di Roma.

Abbiamo sentito il bisogno di sanare in qualche modo la profonda cesura che oggi intercorre tra fiume e città. Un taglio doloroso che non ha fatto altro che espandersi sempre di più, accrescendo la distanza tra due elementi così differenti tra loro ma storicamente così legati.

Le possibilità offerte dall’Information Technology ci hanno indirizzato verso questa ricerca, che vede in ECOnnection la sua reificazione in ambito architettonico.

Il cardine del progetto è un sistema di piattaforme che partendo dal piano pedonale del ponte della musica creano un sistema di ambienti a quota variabili che gradualmente avvicinano sempre di più il cittadino al Tevere.

Le piattaforme saranno sorrette da una struttura in acciaio, realizzata grazie a software parametrici di nuova generazione, che sembrerà nascere direttamente dalle acque stesse del fiume e all’interno del quale saranno celati i sistemi tecnologici che porteranno energia alle piattaforme e custodiranno la forza informatica del progetto.

Alla base di queste piattaforme verrà celato un elemento monolitico, uno sperone, presenza forte materica all’interno del corso del fiume, che custodirà un sistema di alghe fitodepuranti dalla doppia funzione: produrre energia e depurare le acque sempre più inquinate del fiume Tevere.

L’elemento depurante delle acque è molto importante nel nostro progetto e non nasce per mero orpello tecnologico ma deriva dalle necessità riscontrate dopo una ricerca dalla quale è stato scoperto che:

Pubblicazione ISPRA Ambiente 2013:

Complessivamente nel biennio 2009-2010 sono stati analizzati 21.576 campioni per un totale di 932.292 determinazioni analitiche. Le informazioni provengono da 20 regioni e province autonome, con una copertura del territorio nazionale più estesa che in passato, ma ancora incompleta, soprattutto per quanto riguarda le acque sotterranee.

Nel 2010, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.621 punti di campionamento e 12.504 campioni, sono state cercate 355 sostanze. Nelle acque superficiali sono stati trovati residui di pesticidi nel 55,1% dei punti, nel 34,4% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti delle acque potabili1. Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 28,2% dei punti, nel 12,3% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti. Le concentrazioni misurate sono spesso basse, ma il risultato complessivo indica una diffusione molto ampia della contaminazione. I livelli sono generalmente più bassi nelle acque sotterranee, ma residui di pesticidi sono presenti anche nelle falde confinate.

Le sostanze trovate complessivamente nelle acque sono 166, in prevalenza erbicidi e relativi metaboliti. La causa può essere ricondotta alle modalità di utilizzo di queste sostanze, che può avvenire direttamente al suolo, e al periodo dei trattamenti, in genere concomitante con le precipitazioni meteoriche più intense, che attraverso ruscellamento e infiltrazione ne determinano un trasporto più rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei.”


Dati ISPRA

Anche le superfici vetrate delle coperture delle varie piattaforme presenteranno al loro interno un’anima tecnologica:

da un lato un sistema di pannelli con all’interno un cuore fatto da alghe del tipo spirulina, che, a contatto con la CO2 presente nell’aria attiveranno un processo di depurazione e creeranno un ecosistema pulito al di sotto di ogni copertura.

Dall’altro verranno usate pannellature che faranno della foto-reattività la loro forza. Quando questi pannelli verranno colpiti della luce essi si coloreranno a seconda della radiazione violetta presente nei raggi solari, fornendo anche un utile informazione sulle radiazioni UV presenti nell’atmosfera.

Pannelli_fotoreagenti

Concept | Ispirazioni

E’ stato importante nella nostra ricerca esplorare vari campi, siano essi artistici o architettonici, nei quale il concetto dell’interattività fosse presente e soprattutto desse vita a nuove soluzioni formali.

Abbiamo trovati interessanti le opere di Tomas Saraceno, artista contemporaneo, soprattutto per il suo concetto di spazio dinamico ed interattivo, dove ogni elemento entra a far parte di un sistema più complesso, come quello nel quale ci stiamo muovendo. Nelle sue opere e nelle sue strutture, anche un piccolo sasso che increspa la superficie dinamizza un processo ramificato e variegato.

Tomas_saraceno

In un progetto che ha un rapporto così stretto e dinamico con la natura non poteva mancare come artista di riferimento Christo.

Nelle sue opere ha sempre giocato fortemente con la natura e con la sua interattività, perseguendo un ideale artistico che capendo le potenzialità dell’elemento naturale ne modificasse a volte forma e dimensione, in una continua dialettica sistemica e mai aggressiva o svilente per la natura stessa.

Christo_Surrounded_Island